29 luglio 2010

L'adultera (Ingmar Bergman 1971)

Genere:drammatico
Svezia
115 min
Fotografia:Sven Nykvist
Con Elliot Gould,Bibi Anderson,Max Von Sydow
Scritto e diretto da Ingmar Bergman

Film poco noto di Bergman.Lasciando perdere le recensioni negative che ho letto dappertutto,il film non è il capolavoro del regista ma molto meglio di altri.Un matrimonio che viene distrutto con l'arrivo di un archeologo.Ed ecco che nonostante Bergman sperimenta altri orizzonti rimane sempre nel suo tema.Il matrimonio difatti è visto come una prigione sentimentale,dove la fede della protagonista è messa sempre ben in vista.Un'amore che diventa impossibile quando entra in gioco il coniuge e la figlia.Emblematico il suono della campana che si sente quasi in ogni sequenza,anche dove non si addice .Questo mi fà pensare a Dreyer:il quale attraverso le campane rappresentava il sacro e il tempo.Il legame con una religione quindi è visto ancora una volta con un'ottica negativa.I colori e la fotografia di Nykvist esprimono e trasmettono i sentimenti dei protagonisti.Sentimenti che angosciano e deprimono per tutta la durata del film.Le riprese autunnali sembrano dei quadri.Sicuramente un Bergman diverso dove i suoi confini esistenziali si dilatano nell'essere interiore.
Voto:3½/5

 

Nothing (Vincenzo Natali 2003)

Genere:commedia/fantastico
90 min
Canada
Con David Hewlett, Andrew Miller
Scritto da  Andrew Lowery e Andrew Miller
Diretto da  Vincenzo Natali


2 amici sfigati:uno ragioniere che subisce le prese in giro dei colleghi e il tradimento della ragazza;l'altro agorafobico non esce di casa neanche per andare a buttare la spazzatura.Il film si apre con un'animazione demente e una casa nel bel mezzo di un'autostrada.Fin dall'inizio si avverte un'atmosfera surreale.I 2 presto,sfigati come sempre,saranno nel bel mezzo dei guai,ed ecco che ad un certo punto si troveranno nel "nulla".Natali porta sul grande schermo una grande idea,che sin da piccolo immaginavo spesso.Inoltre riusciure a tenere la trama in questo film non era un gioco da ragazzi,e diciamo che Natali ci riesce alla meglio.I collage di immagini e la scena quasi splatter e onirica aiutano a rendere sorprendente la trama.Il finale non è da meno,dove bisogna rimanere fino alla fine dei titoli di coda per una piccola sorpresa.La mente del regista ancora una volta dopo "Il cubo" sorprende.Il film riesce ad essere divertente e le bizzarre vicende che si creano sono davvero da drogati.Peccato per il doppiaggio:si vede che in Italia ci sono stati problemi con la produzione,quindi il doppiaggio è amatoriale.Un film molto strano dove il regista riesce a creare un futuro quasi inesistente,dove l'uomo oramai non ha piu' importanza.Forse il nulla è la speranza di un'altra vita,o la necessita' di fuggire da tutto cio' per vivere per sempre nell'immaginazione;dove pero' non bisogna giocare troppo con la mente.
Voto:3 ½/5















Bunny Lake è scomparsa (Otto Preminger 1965)

Genere:thriller psicologico
107 min
Inghilterra
Con Laurence Oliver,Carol Linley,Kier Dullea
Diretto da Otto Preminger 

Una bambina scomparsa nel nulla,quasi inesistente;nessuno nè sà nulla.Tutti gli oggetti riguardanti la piccola spariti cosi' per caso.La mamma apparentemente psicopatica,con alle spalle un'amica immaginaria con lo stesso nome della figlia,è la sospettata.A prendersi cura della donna è il fratello che gli sta accanto come se fosse suo marito.All'inizio sembra tutto cosi' strano e surreale,poi invece ricomponendo il puzzle diventa tutto normale,quasi alla psycho.Il film tuttavia è un'eccezionale thriller dallo sfondo psicologico.Inaspettato e sorprendente il finale dove i ruoli dei due protagonisti si confondono e giocano tra di loro.La trama riesce ad essere avvincente,e la fotografia in bianco e nero coinvolge tenendo lo spettatore in suspence per quasi tutta la durata del film.L'idea del film poteva essere migliore;d'altronde la storia è presa da un romanzo,pertanto si puo' dire che Preminger l'ha tramutato in maniera davvero magistrale.Bravissima l'attrice,e le scene quasi surreali che si creano nel film sono molto suggestive;quella nella stanza delle bambole è sicuramente una delle piu' belle.
Voto:3/5

  

La culla delle streghe (Maya Deren and Marcel Duchamp 1943)

Genere:sperimentale
12 min
Usa
Con Marcel Duchamp,Pajorita Matta
Diretto da Maya Deren

Grande capolavoro incompiuto della Deren in collaborazione con Duchamp.Essendo incompiuto è impossibile trarne una conclusione.Anche perchè la Deren non aveva neanche finito il montaggio,quindi non si riesce a capire se è corretto e cosa avesse in mente di fare.Tutto questo sicuramente rende la pellicola ancora piu' sperimentale,la fantastica fotografia allucinatoria in bianco e nero  coinvolge e suscita inquietudine.Lo spettatore si ritrovera' in un labirinto dove cerchera' di mettere in ordine i pezzi del puzzle.Un capolavoro da non perdere.Bravissima Pajorita Matta,e la scenografia è goduria per i nostri occhi.
Voto:

 

08 maggio 2010

Frenzy (Alfred Hitchcock 1972)

Genere:giallo
116 min
Gran Bretagna
Con John Finch,Billie Whitelawm,Alec Mccowen,Barry Foster
Musiche di Ron Goodwin
Fotografia di Gilbert Taylor
Scritto da Antony Shaffer
Diretto da Alfred Hitchcock

Penultimo film per il maestro del giallo,qui alle prese con un assassino maniaco che strangola le donne con le cravatte.Il film ambientato a Londra,che Hitchcock fa vedere grigia e maggiormente attraverso il mercato ortofrutticolo.La trama procede sorprendendo quasi sempre lo spettatore,come da sempre fà Hitchcock,stavolta pero' non troppo.Le vicende terranno lo spettatore in suspence,ma non mancheranno le sequenze un po' noiosette.Molte sono anche le cose bizzarre del film:come ad esempio la cena del capo della polizia con sua moglie.Tutte le cose strane e bizzare io le ho prese come una sorta di presa in giro agli inglesi tutti perfettini,come quei due signori che scendono dalle scale dell'agenzia matrimoniale.Bella come sempre la fotografia di Gilbert Taylor;bellissima sequenza e movimento di macchina da presa in occasione del secondo omicidio che fà scorrere l'immagine con un gran silenzio lasciando in panico lo spettatore.La musica di Ron Goodwin non è come quella di Bernard Hermann,ma funziona e coinvolge.Anche gli attori fanno un buon lavoro nel film.Hitchcock inoltre in questo film per la prima volta si lascia andare ai suoi primi nudi e parolacce.Lo stesso,appare nella sequenza del dibattito sul fiume,tra la folla.Sicuramente non è uno dei film piu' riusciti di Hitchcock ma comunque un buon giallo; e poi personalmente,sono molto affezionato a questo regista,non posso dimenticare la prima volta di Psycho.
Voto:3/5

03 maggio 2010

L'angelo del focolare (Carl Theodor Dreyer 1925)

Genere:drammatico
107 min
Danimarca
Con Johaness Meyer,Astrid Holm,Karin Nellemose,Mathilde Nielsen,Johaness Nielsen
Scenografia,montaggio di Carl Theodor Dreyer
Scritto e diretto da Carl Theodor Dreyer

Tratto dalla commedia La caduta del tiranno,settimo lavoro per il grande regista.Il film completamente muto senza alcun suono e musica rende tutto inquieto e claustrofobico.Nonostante sia pesante la visione,la trama riesce a essere accattivante.La vicenda narra di un padre di famiglia disoccupato che passa le giornate a trattare male la moglie e a farsi servire.Un comportamento egoista che presto porterà la coniuge ad un esaurimento nervoso.Il compito della moglie insieme a sua mamma è propio quello di ribaltare la situazione,quando poi il padre inizia a capire che gli uomini sono idioti perchè lavorando credono di essere i migliori e di poter fare tutto,allora le cose cambieranno;tutto questo grazie anche alla vecchia nutrice di Viktor(il padre)che pensera' a essere severa e perseverante con lui.Sicuramente un tema molto importante e reale sia per i tempi di una volta, ma purtroppo anche per i tempi di oggi.L'egoismo e la supremazia dell'uomo tiene questo tema ancora in vita.La pellicola è aiutata da una splendida fotografia in bianco e nero con splendide inquadrature.Ottima lavorazione da parte del regista per quanto riguarda la sceneggiatura e il cast.Per chi fosse interessato al film,è conosciuto anche col titolo "Il padrone di casa",personalmente ho scelto questo perchè piu' suggestivo.
Voto:4/5

  

M-Il mostro di Dusseldorf (Fritz Lang 1931)


Genere:Noir,drammatico
117 min
Germania
Con:Peter Lorre,Gustaf Grundgens,Ellen Widmann,Inge Landgut
Musiche di Edvard Grieg
Scritto e diretto da Fritz Lang

Ma chi sei tu? Cosa dici? Chi sei tu che vuoi giudicarmi? E chi siete voi? Un branco di assassini, di malviventi… Ma chi credete di essere, solo perché sapete come si fa… a scassinare una cassaforte, o ad arrampicarsi sui muri, sui tetti? Sapete fare solo questo. E niente altro. Non avete mai lavorato, in vita vostra! Non avete mai imparato un lavoro onesto. Siete un branco di maiali. Non siete altro che un branco di maiali! Ma io, io che posso fare? Che altro posso fare? Non ho forse questa maledizione, in me? Questo fuoco, questa voce, questa pena!
« Quando cammino per le strade ho sempre la sensazione che qualcuno mi stia seguendo, ma sono invece io che inseguo me stesso. Silenzioso, ma io lo sento. Spesso ho l'impressione di correre dietro a me stesso. Allora voglio scappare, scappare, ma non posso fuggire! Devo uscire ed essere inseguito.Devo correre, correre per strade senza fine. Voglio andare via, ma con me corrono i fantasmi di madri, di bambini. Non mi lasciano un momento, sono sempre là, sempre, sempre. Soltanto quando uccido, solo allora... E poi non mi ricordo più nulla. Dopo, dopo mi trovo dinanzi a un manifesto e leggo quello che ho fatto. E leggo, leggo. Io ho fatto questo? Ma se non ricordo più nulla! Ma chi potrà mai credermi? Chi può sapere come sono fatto dentro? Che cos'è che sento urlare dentro al mio cervello? E come uccido: non voglio! Devo! Non voglio! Devo! E poi sento urlare una voce, e io non la posso sentire"

Insieme a Metropolis uno dei capolavori non solo di Fritz Lang ma anche dell'espressionismo francese.Il mostro,all'apparenza pedofilo,presto creera' terrore nella piccola città di Dusseldorf uccidendo bambine,stranamente non vengono trovate.Presto in citta' sara' il caos per tutti.Mentre da una parte la polizia fara' il suo mestiere,anche i malviventi non potendo lavorare per i troppi controlli si troveranno a ricercare l'assassino.Primo film sonoro per il regista e subito idee originali e coinvolgenti.Prendiamo ad esempio il motivetto associato all'assassino,facendo di cio' un'orientamento allo spettatore per capire quando si tratta del mostro e non.Anche la narrazione molto innovativa per l'epoca.In tutta la pellicola si susseguono fotografie e scenografie claustrofobiche e fantascientifiche,la macchina da presa sembra essere in ogni punto della citta'.La citta' in realta' non è che la protagonista del film:le bambine che della vicenda nè fanno una filastrocca,mentre gli adulti terrorizzati presto scambieranno il mostro per chiunque.Davvero affascinanti e anche un po' bizzarre le numerose inquadrature con quantita' abnormi di fumo di sigari e sigarette.Memorabile il discorso del mostro con cui si difende nel verdetto finale.Fritz Lang mette anche in discussione l'indecisione sulla condanna:deve essere arrestata e giudiziata una persona non in grado di controllare le sue azioni come in questo caso.Al film si aggiunge anche una perfetta e magistrale interpretazione di Peter Lorre divenendo successivamente uno dei migliori attori del noir.Un film moderno per l'epoca da non perdere assolutamente.Fritz Lang denuncia una societa' che porta alla pazzia dove si finisce per non avere piu' consapevolezza.Una volta iniziato il film si rimarra' incollati alla poltrona per parecchio tempo lasciandosi trasportare dalle immagini.
Voto:
 

 


Into the Wild (Sean Penn 2007)

Genere:drammatico-biografico
140 min
Usa
Con Emile Hirsch,William Hurt,Marcia Gay Hurden,Jena Malone,Chaterine Keener,Kristen Stewart,Hal Holbrook,Vince Vaughn
Fotografia Eric Gautier
Scenografia Derek Hill
Musiche Eddie Vedder,Kaki King,Michael Brooks
Scritto e diretto da Sean Penn


Ho vissuto molto, e ora credo di aver trovato cosa occorra per essere felici: una vita tranquilla, appartata, in campagna. Con la possibilità di essere utile con le persone che si lasciano aiutare, e che non sono abituate a ricevere. E un lavoro che si spera possa essere di una qualche utilità; e poi riposo, natura, libri, musica, amore per il prossimo. Questa è la mia idea di felicità. E poi, al di sopra di tutto, tu per compagna, e dei figli forse. Cosa può desiderare di più il cuore di un uomo? 

C'è tanta gente infelice che tuttavia non prende l'iniziativa di cambiare la propria situazione perché è condizionata dalla sicurezza, dal conformismo, dal tradizionalismo, tutte cose che sembrano assicurare la pace dello spirito, ma in realtà per l'animo avventuroso di un uomo non esiste nulla di più devastante di un futuro certo. Il vero nucleo dello spirito vitale di una persona è la passione per l'avventura. La gioia di vivere deriva dall'incontro con nuove esperienze, e quindi non esiste gioia più grande dell'avere un orizzonte in costante cambiamento, del trovarsi ogni giorno sotto un sole nuovo e diverso...
... Non dobbiamo che trovare il coraggio di rivoltarci contro lo stile di vita abituale e buttarci in un'esistenza non convenzionale....

Quarto film di Sean Penn dove ancora una volta riesce a farsi ammirare anche come regista.Non c'è molto da dire su questo film perchè tutto và vissuto.Ovviamente se la natura non piace o non vi interessa vi consiglio di allontanarvi da questo.La maggior parte delle sequenze e scene fotografiche sono dedicate alle meraviglie della terra ormai dimenticate.Alex è uno come tanti noi vittima della societa',solo che lui  decide di mandare tutto a rotoli(soldi,studi ecc ecc)per andare a fare una nuova vita.Alex inoltre legge:si nutre piu' di libri che di cibo;la stessa sua parola musica,perde il significato della musica che conosciamo noi.Presto pero',quando vorra' fare ritorno,dopo essersi reso umano,la situazione sara' un po' complicata.Storia vera di un uomo coraggioso che ha avuto l'audacia di compiere un'azione che tutti noi vorremmo fare.Forse tutti ci sentiamo incatenati nella civilta' moderna alienata,ma a volte non ne possiamo fare a meno;come diceva Kubrick.Una civilta' che trova appoggio soltanto nella chiesa e non si accorge di quello che in realta' succede nella terra.La maggior parte del film è dedicata alla fotografia della natura che egli stesso amava,la sceneggiatura di Sean Penn impeccabile ma forse non troppo.Da ammirare invece la performance del giovane Emile Hirsch che riesce a entrare nei panni del personaggio,forse anche lui coinvolto nel tema propio come Sean Penn.Che dire,fatevi trasportare e commuovere dalle immagini e frasi di Into the Wild.
Voto:5/5
  

Cinque pezzi facili (Bon Rafelson 1970)


Genere:drammatico
96 min
Usa
Con Jack Nicholson,Karen Black,Fannie Flag,Sally Struthers,Lois Smith
Fotografia di Laszlo Kovacs
Scritto da Adryen Joyce
Diretto da Bon Rafelson

Il protagonista di questo film sembra essere il non senso di tutto.Il film scorre e finisce come un vuoto che puo' solo far patire lo spettatore.Cosi' è il protagonista,interpretato da uno splendido Jack Nicholson,che scorre nelle vicende lasciando un vuoto non solo allo spettatore ma anche agli altri attori.Lui ha bisogno sempre di fuggire e di non vedere le solite facce.Lui è un pianista,ha una ragazza,ha un padre paralizzato con cui non puo' ormai parlare.In tutto questo lui si relaziona sia con la musica che con la gente senza emotivita' e con freddezza,lo stesso sesso e la comunicazione perdono senso.Dalla stessa protesta della ragazza a cui dà il passaggio possiamo capire la mente del regista:essa si lamenta di tutto cio' che puo' essere sintetizzato nella parola "esistenzialismo".Lo spettatore si ritrova davanti un'umanita' nè complessa e nè speranzosa,un'amanita' assurda che non puo' nè esistere e nè essere immaginata.Il regista riesce a far percepire allo spettatore tutti questi fattori,gli stessi che prova il protagonista.Alla fine il protagonista si ritrova di nuovo a fuggire da tutto,forse insoddisfatto dalla vita insensata e vuota.Lo stesso vuoto che rimane allo spettatote.
Voto:3 ½/5